Questa tavoletta di cioccolato fondente è contraddistinta dal marchio “LINDT”, il quale identifica una multinazionale elvetica (la Lindt & Sprüngli), nota in tutto il globo, per l’alta qualità della sua produzione cioccolatiera. Fa parte della linea “Le Classiche”, che annovera anche una versione “Extra Fondente”, la quale si differenzia da quella in parola per il più elevato contenuto minimo di cacao, che è del 72%, anziché del 50%.
La tavoletta in parola viene commercializzata in un doppio incarto: quello esterno, in carta semplice, e quello interno, a base alluminica. Questo tipo di packaging brilla per efficienza, in quanto, oltre ad essere resistente in fase di trasporto, crea un’efficace barriera non tanto contro gli urti, quanto avverso gli agenti esterni (luce, umidità, ossigeno, odori, ecc.), garantendo un’appagante stabilità degli ingredienti; merito, questo, anche e soprattutto del confezionamento in atmosfera modificata (o protettiva). All’interno dell’imballaggio, in effetti, non ho registrato né la presenza di aria, né di umidità, che sono i principali artefici di contaminazione e rapida degradazione dei cibi. Questa valida schermatura può essere mantenuta anche successivamente all’apertura della confezione, avvolgendo la porzione rimanente di cioccolato nel suddetto “sottincarto metallico”.
Ulteriore pregio di questo genere di packaging è la facile riciclabilità; in effetti, come vedremo nel prossimo paragrafo, la tematica ecologica sta particolarmente a cuore al fabbricante.
2️⃣ L’ETICHETTATURA.⚠
L’etichettatura, anche in lingua italiana, risulta chiara ed esauriente; il consumatore trova tutte le informazioni (non solo nutrizionali) di cui ha bisogno, riguardo alle quali, per motivi di brevità, rinvio prevalentemente alle foto che ho accluso. Mi limito solo ad evidenziare alcuni dati salienti, che, spero, possano aiutare il potenziale acquirente a comprendere se l’articolo risponda o meno ai suoi gusti e alle sue esigenze alimentari.
Questa tavoletta, “a base di pregiato cioccolato fondente” (così la definisce il produttore: “Cicero pro domo sua”, diceva Cicerone in una celebre orazione...😉), ha un contenuto minimo di cacao del 50%. Nello specifico, è composta da: “pasta di cacao, burro di cacao, emulsionante (lecitina di soia) e bacche di vaniglia. L’apporto calorico per 100 g di prodotto è di 545 kcal (grassi: 33,0 g, dei quali 20,0 g sono di acidi grassi saturi; carboidrati: 53,0 g, di cui 49,0 g di zuccheri; proteine: 5,2 g; sale: 0,02 g).
Nessun chiarimento viene fornito riguardo alla compatibilità con i vari regimi alimentari (vegano, vegetariano, kosher, halal, ecc.). Sono, invece, evidenziate: l’assenza del glutine e la possibile presenza di frutta a guscio e latte, i quali, in persone allergiche o intolleranti, possono essere all’origine di reazioni, che, fortunatamente😥, a casa mia nessuno ha registrato.
La fabbricazione avviene nello stabilimento proprietario di Induno Olona (Va), che è uno dei siti produttivi di punta della holding svizzera; non a caso, viene considerato l’Hub internazionale per la produzione del cioccolato in Europa, in particolare per i prodotti stagionali (i c.d. “seasonal”). In quest’impianto viene adottato un modello organizzativo in linea con i requisiti degli schemi previsti dalle certificazioni “BRC FOOD” e “IFS FOOD”. Questa metodologia operativa, con la quale vengono definiti e monitorati i punti critici di controllo del processo produttivo, affianca, inoltre, un “Sistema di Gestione Integrato Sicurezza, Ambiente ed Energia”, che, secondo quanto asseverato da enti indipendenti, è conforme rispettivamente alle norme “UNI ISO 45001” (in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro), “UNI EN ISO 14001” (in materia ambientale) e “UNI EN ISO 50001” (in materia di gestione energetica). Non potendo soffermarmi, per le anzidette ragioni di economia testuale, sulle validazioni sinora menzionate, rimarco solamente che esse presuppongono una serie di stringenti controlli fisici, chimici, bio-chimici e organolettici; sono foriere, pertanto, di alta qualità, igiene e sicurezza alimentare, alle quali contribuisce anche l’accurato sistema di tracciabilità, utilizzato dall’azienda per monitorare costantemente la catena di fornitura, al fine di assodare anche il rispetto dei principî di sostenibilità ambientale, economica e sociale. A tal riguardo, giova soggiungere che, consultando il sito web del fabbricante, emerge una particolare sensibilità per la tematica ecologica, testimoniata dall’utilizzo di fonti energetiche alternative e da un impegno costante alla riduzione dei consumi e delle emissioni di anidride carbonica, che tende, tra l’altro, a compensare, promuovendo vari progetti per lo sviluppo delle energie rinnovabili in diverse parti del mondo.
Non manca sull’incarto esterno il lotto di produzione e il c.d. “termine minimo di conservazione” (o “TMC”), il quale, preceduto dalla solita formula “da consumarsi preferibilmente entro”, è collocato sufficientemente avanti nel tempo (circa 18 mesi rispetto al momento della consegna). Ricordo a me stesso che tale data rappresenta la soglia temporale fino alla quale l’alimento mantiene intatte le sue proprietà, se conservato correttamente. Superato tale termine, non diventa pericoloso per la salute; sarà ancora possibile consumarlo, ma le sue qualità organolettiche inizieranno a subire una progressiva flessione. Non viene, invece, indicato un c.d. “PAO” (“period after opening”), ossia un torno di tempo entro il quale consumare la tavoletta, una volta aperta la confezione; l’importante, come suggerisce lo stesso produttore, è conservarla in un luogo asciutto e lontano da fonti calore🥵.
Completa l’etichettatura l’indicazione del quantitativo contenuto (100 g), affiancata dalla “℮” che rappresenta il c.d. “simbolo di stima”, il quale certifica che il divario tra la quantità effettiva contenuta nella confezione e quella nominale riportata in etichetta non eccede i limiti fissati dalla normativa dell’Unione Europea.
3️⃣ LA TAVOLETTA.🍫
Non ho il bagaglio conoscitivo e l’addestramento sensoriale necessarî per tracciare un profilo organolettico del prodotto. Mi limito, pertanto, a descrivere sommariamente ciò che i miei sensi hanno percepito.
La tavoletta, dalla forma rettangolare, misura circa 160 x 72 mm; il suo spessore è di 6,5 mm. È divisa in 20 “quadratini”, con i quali, secondo il produttore (e sottolineo “secondo il produttore”😄), sarebbero realizzabili ben 10 porzioni; in questa chiave, quindi, la singola porzione sarebbe formata da due quadratini, per un peso complessivo di 10 g (il condizionale è d’obbligo!😉).
Ha un colore marrone scuro tendente al nero, che è alquanto brillante. Nello specifico, la parte superiore è omogenea e lucida; quella inferiore uniforme e liscia. Nel momento in cui spezza la tavoletta, si ode un crac netto e pulito. Nel tenere tra le dita la porzione ottenuta, la sensazione che si ha è la stessa di quando si tocca la seta; col trascorrere dei secondi, inoltre, il cioccolato comincia a fondersi lentamente. Avvicinandolo al naso, si percepisce un inebriante profumo, prodromico, oltre che dell’ottimo abbinamento di ingredienti, dell’ineffabile sapore che sta per avvolgere il palato, il quale in questo modo viene preparato a quello “shock estatico”, che subirà di lì a breve.
Prima di procedere alla degustazione, come al solito, ho bevuto un bicchiere d’acqua naturale, così da rimuovere dalle papille gustative gli eventuali residui, che potessero compromettere la corretta percezione dei sapori. Al primo assaggio (rigorosamente con i denti incisivi😉), la tavoletta ha rivelato un’apprezzabile durezza (per nulla eccessiva, quindi non tale da destare preoccupazione in chi ha problemi con i denti) e un’appagante croccantezza. Il cioccolato non si è appiccicato al palato; si è sciolto bene in bocca, trasmettendo un senso di finezza, rotondità e pastosità. Ho riscontrato una consistenza mediamente burrosa e raffinata, avvertendo, inoltre, una sensazione di pienezza, fonte di piacere e benessere. Nel dissolvere in bocca il cioccolato fondente, ho percepito: una dolcezza di grado minino, circoscritta alla punta della lingua; un senso di amaro, limitato alla parte posteriore del palato; delle note di salato nelle zone anteriori di quest’ultimo e di acido nei suoi settori laterali medio-posteriori.
La commistione dei vari ingredienti, insomma, dà vita a delle “paradisiache” sensazioni gustative, pressoché ineffabili, le quali, oltre ad essere connotate da una perfetta armonia, hanno l’ulteriore pregio di deliziare il palato per un bel po’ di tempo, dopo la completa consumazione dell’alimento. Oserei direi che è un “peccato” impiegare una tavoletta così amabile per la preparazione di dolci; utilizzo al quale, comunque, come ricorda il fabbricante, comunque si presta.
4️⃣ LE CONSIDERAZIONI FINALI.🤔👨🏽💻
Si tratta di un prodotto di ottima qualità, molto gradevole, che è, inoltre, confezionato in maniera efficace e pratica. Tale considerazione mi porta a ritenere alquanto conveniente il prezzo di 1,19 euro, al quale viene attualmente venduta la tavoletta da 100 g. Un importo, equivalente ad un costo al chilogrammo di 11,90 euro, il quale, sulla base di un’accurata analisi comparativa, estesa pure alle offerte presenti nelle ultime settimane sui volantini della “GDO”🏬, si rivela anche abbastanza competitivo🤑; soprattutto, se si tiene conto che non stiamo parlando di un vero e proprio formato “scorta”🛒.