Per quel concerne, in particolare, i biscotti Gran Cereale, va detto, innanzitutto, che ne esistono 6 differenti varianti, accomunate dal contenuto di cereali integrali. Affiancano, infatti, quella “classica”, le versioni: “cioccolato”, “frutta”, “digestive”, “pepite di cioccolato, fiocchi di ceci e mais” e “riso & conflakes”. Io ho scelto quest’ultima, di cui adoro la croccantezza e la rusticità😋.
La confezione tubolare da 230 g è rappresentata da un incarto in polipropilene, che risulta piuttosto facile da aprire tramite l’apposita linguetta presente lateralmente. Questo tipo packaging brilla per efficienza, in quanto realizza una chiusura ermetica, che permette di conservare a lungo l’alimento, poiché scherma validamente i vari agenti esterni che si possono concretizzare in fase di stoccaggio e di trasporto; motivo per il quale reputo appropriato l’attributo di “salva freschezza”, che gli viene tributato. Al tempo stesso denota una particolare attenzione alla sostenibilità ambientale da parte del fabbricante, il quale, in luogo del consueto “poliaccoppiato”, utilizza un imballaggio che non risulta complesso da riciclare. Quest’interesse del produttore per la tematica ambientale si appalesa anche dando un’occhiata al suo sito web, dal quale emerge l’utilizzo di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili e un impegno costante alla riduzione dei consumi e delle emissioni di anidride carbonica, che tende, tra l’altro, a compensare tramite interventi di tutela forestale sia in Italia che all’estero (Amazzonia).
L’etichettatura in lingua italiana risulta chiara ed esauriente; il consumatore trova tutte le informazioni, non solo nutrizionali, di cui ha bisogno, riguardo alle quali, per motivi di brevità, rinvio prevalentemente alle foto che ho accluso. Circoscrivo la mia analisi ad alcuni dati salienti, che ritengo possano aiutare il potenziale acquirente a comprendere se l’articolo risponda o meno ai suoi gusti e alle sue esigenze alimentari.
Partendo dalle informazioni nutrizionali, va innanzitutto detto che l’apporto calorico per 100 g di prodotto è di 446 kcal (grassi: 16,0 g, dei quali solamente 1,5 g sono di acidi grassi saturi; carboidrati: 65,0 g, di cui 19,0 g di zuccheri; proteine: 7,0 g; fibre: 8,0 g; sale: 0,8 g). Nella lista degli ingredienti non compaiono né grassi idrogenati, né conservanti, né olio di palma; come ben specificato, infatti, viene utilizzato solo quello di girasole, nonostante gli attuali problemi di approvvigionamento. Viene segnalata la possibile presenza di tracce di frutta a guscio, latte, senape, soia e uova. Non ci sono, invece, ragguagli afferenti alla compatibilità con i vari regimi alimentari.
La produzione avviene nello stabilimento “Mulino Bianco” di Castiglione delle Stiviere (MN); un impianto che si fregia di numerose certificazioni, rilasciate da enti indipendenti dal produttore, tra cui: la “FSSC 22000”; le “ISO 14001” e “ISO 50001”; la “OSHAS 18001”. Non potendo soffermarmi, per le anzidette ragioni di economia, su tali validazioni, rimarco solamente che esse presuppongono una serie di stringenti controlli e sono, pertanto, foriere di alta qualità, igiene e sicurezza alimentare, alle quali contribuisce anche l’accurato sistema di tracciabilità, utilizzato dall’azienda per monitorare costantemente la catena di fornitura (il grano utilizzato è integralmente di produzione nazionale).
L’imballo riporta in modo ben visibile il lotto di produzione e il c.d. “termine minimo di conservazione” (o “TMC”), il quale, preceduto dalla solita formula “da consumarsi preferibilmente entro”, è collocato sufficientemente avanti nel tempo (circa 6 mesi rispetto al momento della consegna). Ricordo a me stesso che tale data rappresenta la soglia temporale fino alla quale l’alimento mantiene intatte le sue proprietà, se conservato correttamente. Superato tale termine, non diventa pericoloso per la salute; sarà ancora possibile consumarlo, ma le sue qualità organolettiche inizieranno a subire una progressiva flessione. Non viene, invece, indicato un c.d. “PAO” (“period after opening”), ossia un torno di tempo entro il quale consumare i biscotti, una volta aperta la confezione; l’importante, come suggerisce lo stesso produttore, è conservarli in un luogo fresco e asciutto.
Completa l’etichettatura l’indicazione del quantitativo contenuto, che è di 230 g, equivalenti a 22/23 elementi; tale valore ponderale è affiancato dalla “℮”, che rappresenta il c.d. “simbolo di stima”, il quale certifica che il divario tra la quantità effettiva contenuta nella confezione e quella nominale riportata in etichetta non eccede i limiti fissati dalla normativa dell’Unione Europea.
I biscotti, di forma circolare, hanno un diametro di circa 55 mm e sono spessi quasi 10 mm. Hanno una golosa tonalità leggermente scura, che testimonia sia un buon grado di cottura che la presenza nell’impasto di alimenti ricchi di fibre. Al loro interno, infatti, ci sono: fiocchi di avena, fiocchi di mais, estratto di malto d’orzo e soprattutto cereali integrali. Questi ultimi, realizzati con farine integrali di riso, mais e frumento donano un’ineluttabile croccantezza al biscotto, alla quale, in verità, concorre in maniera significativa l’alto contenuto di grano duro soffiato caramellato, di cui si può scorgere la presenza anche senza spezzare il biscotto. Basta, infatti, osservare l’invitante strato superficiale, che è particolarmente frastagliato nella parte superiore, dove, al contrario di altre versioni di Gran Cereale, non è impresso alcun pittogramma.
Scricchiolano amabilmente sotto i denti, sciogliendosi in bocca. Sono piuttosto friabili; la consistenza è di livello medio-basso, tant’è che tendono a sbriciolarsi, come testimonia la circostanza che nelle numerose confezioni che ho acquistato (non solo su Amazon) c’era sempre qualche esemplare rotto (nonostante in più occasioni abbia io stesso prelevato il “tubo” dallo scaffale del supermercato, avendo poi cura di trasportarlo con delicatezza fino a casa). A dispetto di questo, che, comunque, per me non rappresenta un grosso problema, in quanto i frammenti sono facilmente recuperabili😉, i biscotti superano piuttosto bene la prova dell’inzuppo: si ammorbidiscono, ma lo sfaldamento non è immediato.
Il gusto è alquanto delicato e la dolcezza, nonostante la presenza del grano soffiato caramellato, non è eccessivamente pronunciata. La combinazione di diverse fattispecie di cereali, associata al giusto grado di zucchero e di olio di girasole, dà vita a un sapore veramente delizioso, che ha anche il pregio di avvolgere a lungo il palato.
I biscotti in parola si possono consumare sia da soli, come snack, che con bevande di ogni tipo, meglio se calde (latte, caffè, tè, orzo, ecc.). Volendo, possono essere usati anche come base per creare dolci, quali la cheesecake, oppure, al posto dei crackers o delle gallette, per spalmarci il formaggio fresco. La loro versatilità permette di dare ampio sfogo alla propria inventiva gastronomica.
🤔LE CONSIDERAZIONI FINALI👨🏽💻
Le argomentazioni dedotte nelle righe che precedono e le conseguenti considerazioni sviluppate mi portano ad esprimere un giudizio complessivamente positivo sulla qualità e sulla gradevolezza del prodotto, da cui discende una valutazione di congruità riguardo al prezzo di 1,15 euro, al quale viene attualmente venduta la confezione da 230 g. Un importo, equivalente ad un costo al chilogrammo di 5 euro, il quale, sulla scòrta di un’analisi comparativa piuttosto accurata, reputo anche alquanto competitivo.