Il Biscottone è uno dei 31 tipi di frollini, attualmente commercializzati col marchio in parola. Ne esiste un’unica versione, attualmente venduta solo nel formato da 700 g. La confezione è costituita da un sacchetto di “poliaccoppiato” a prevalenza di carta, come rivela il codice di riciclo “C/PAP 81”. Questo tipo di packaging, formato esternamente da carta e internamente da plastica (rectius, polipropilene metallizzato), brilla per efficienza; infatti, oltre ad essere molto semplice da aprire senza l’impiego delle forbici (basta tirare i 2 lembi, presenti superiormente) assicura una chiusura ermetica, schermando validamente ossigeno, gas, luce, umidità e altri agenti esterni potenzialmente contaminanti; garantisce, insomma, una deperibilità prossima allo zero, la quale è strumentale ad un’ottima e lunga conservazione delle caratteristiche nutritive e organolettiche dei vari ingredienti. Ho, inoltre, constatato che quest’azione protettiva persiste pure dopo l’apertura del sacchetto; è necessario, però, munirsi di un pezzo di scotch o di un’apposita clip, in quanto, diversamente da altri brand, sul retro della confezione non troviamo il classico nastro adesivo riposizionabile, da staccare e applicare alla sua estremità per permetterne la richiusura “stagna”.
L’incarto in parola ha l’ulteriore pregio di essere facilmente riciclabile, in quanto la sua composizione a prevalenza di carta fa sì che possa essere assimilato a quest’ultima per ciò che concerne la raccolta differenziata e la relativa filiera di recupero. Consultando il sito web del fabbricante, emerge, in effetti, una sua particolare attenzione per la tematica ecologica, testimoniata dall’utilizzo di fonti energetiche alternative e da un impegno costante alla riduzione dei consumi e delle emissioni di anidride carbonica, che tende, tra l’altro, a compensare, promuovendo vari progetti per lo sviluppo delle energie rinnovabili in diverse parti del mondo.
L’etichettatura in lingua italiana risulta chiara ed esauriente; il consumatore trova tutte le informazioni, non solo nutrizionali, di cui ha bisogno, riguardo alle quali, per motivi di brevità, rinvio prevalentemente alle foto che ho accluso. Circoscrivo la mia analisi ad alcuni dati salienti, che ritengo possano aiutare il potenziale acquirente a comprendere se l’articolo risponda o meno ai suoi gusti e alle sue esigenze alimentari.
Partendo dalle informazioni nutrizionali, va innanzitutto detto che l’apporto calorico per 100 g di prodotto è di 456 kcal (grassi: 16,0 g, dei quali 4,2 g sono di acidi grassi saturi; carboidrati: 69,3 g, di cui 23,5 g di zuccheri; proteine: 6,8 g; fibre: 3,6 g; sale: 0,500 g). Tra gli ingredienti, che sono tutti privi di OGM, non ci sono né grassi idrogenati, né conservanti, né coloranti, né olio di palma; come ben specificato, infatti, vengono utilizzati altri tipi di olio vegetale (girasole, mais, colza e soia). Viene segnalata la possibile presenza, in tracce, di frutta a guscio, senape e soia, specificando, inoltre, che gli ingredienti evidenziati in grassetto (burro, frumento, latte e uova) possono provocare allergie e intolleranze, che, fortunatamente😌, io non ho registrato. Nessun chiarimento, invece, riguardo alla compatibilità con i vari regimi alimentari.
Scandagliando ulteriormente l’etichetta, emerge che il grano, dal quale viene ricavata la farina di frumento utilizzata, viene macinato in Italia, però solo una parte di esso è di origine nazionale (la restante porzione proviene da altri Paesi europei); le uova fresche usate per la realizzazione dell’impasto sono di galline allevate a terra.
La produzione dei biscotti avviene nello stabilimento “Mulino Bianco” di Castiglione delle Stiviere (MN), dove vengono realizzati anche i deliziosi “Gran Cereale”; un impianto nel quale, per la gestione dei rischi da contaminanti chimici, biologici, microbiologici e fisici, viene adottato un modello “HACCP” (Hazard Analysis Critical Control Points) in linea con i requisiti dello schema di certificazione “FSSC 22000 v5.1”. Questa metodologia operativa, con la quale vengono definiti e monitorati i punti critici di controllo del processo produttivo (i c.d. “CCP”, fondamentali per garantire la sicurezza dei prodotti alimentari), affianca, inoltre, un “Sistema di Gestione Integrato Sicurezza, Ambiente ed Energia”, che, secondo quanto asseverato da un ente indipendente, è conforme rispettivamente alle norme “UNI ISO 45001” (in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro), “UNI EN ISO 14001” (in materia ambientale) e “UNI EN ISO 50001” (in materia di gestione energetica). Non potendo soffermarmi, per le anzidette ragioni di economia testuale, sulle validazioni sinora menzionate, rimarco solamente che esse presuppongono una serie di stringenti controlli fisici, chimici, bio-chimici e organolettici, per cui sono foriere di alta qualità, igiene e sicurezza alimentare, alle quali contribuisce anche l’accurato sistema di tracciabilità, utilizzato dall’azienda per monitorare costantemente la catena di fornitura, al fine anche di assodare il rispetto dei principî di sostenibilità ambientale, economica e sociale. A tal riguardo, segnalo che Mulino Bianco si attiene a un disciplinare denominato “Carta del Mulino”, messo a punto col WWF Italia e diversi istituti universitarî, il quale, tra le altre cose, prevede il rispetto dei rigidi criteri di sostenibilità fissati dal noto standard “ISCC Plus”.
L’imballo riporta in modo ben visibile il lotto di produzione e il c.d. “termine minimo di conservazione” (o “TMC”), il quale, preceduto dalla solita formula “da consumarsi preferibilmente entro”, è collocato sufficientemente avanti nel tempo (circa 8 mesi rispetto al momento della consegna). Ricordo a me stesso che tale data rappresenta la soglia temporale fino alla quale l’alimento mantiene intatte le sue proprietà, se conservato correttamente. Superato tale termine, non diventa pericoloso per la salute; sarà ancora possibile consumarlo, ma le sue qualità organolettiche inizieranno a subire una progressiva flessione. Non viene, invece, indicato un c.d. “PAO” (“period after opening”), ossia un torno di tempo entro il quale consumare i biscotti, una volta aperta la confezione; l’importante, come suggerisce lo stesso produttore, è conservarli in un luogo fresco e asciutto.
Completa l’etichettatura l’indicazione del quantitativo contenuto, che, come anticipato, è di 700 g, equivalenti a 3️⃣5️⃣ (trentacinque) frollini; tale valore ponderale è affiancato dalla “℮”, che rappresenta il c.d. “simbolo di stima”, il quale certifica che il divario tra la quantità effettiva contenuta nella confezione e quella nominale riportata in etichetta non eccede i limiti fissati dalla normativa dell’Unione Europea.
I biscotti, dalla forma rettangolare, sono piuttosto grandi; per l’esattezza, misurano 84 x 39 x 14 mm. Li caratterizza una golosa doratura, che testimonia un buon grado di cottura ed è prodromica di croccantezza, la quale, in verità, dev’essere ricondotta anche ai cristalli grossi di zucchero di canna ambrato, presenti superficialmente, i quali scricchiolano sotto i denti. La gran parte di frollini contenuti all’interno della confezione recapitatami è risultata perfettamente integra, in quanto, nonostante abbiano una struttura leggera, la loro consistenza è notevole; infatti, hanno poca tendenza a sbriciolarsi e superano a pieni voti la prova dell’inzuppo: nel latte si ammorbidiscono, ma lo sfaldamento è tutt’altro che immediato.
Hanno un gusto alquanto delicato con una dolcezza, che non è eccessivamente pronunciata. La fragrante pasta frolla di cui sono fatti è molto friabile; si scioglie bene in bocca, rivelando, comunque, un’apprezzabile croccantezza. L’ottimo abbinamento di ingredienti, tra i quali non possiamo fare a meno di ricordare il burro, le uova e lo zucchero di canna, dà vita a una combinazione davvero gustosa. Quello che emerge, insomma, è un amabile sapore, che avvolge a lungo il palato.
I biscotti in parola si possono consumare sia da soli, come snack, che con bevande di ogni tipo, meglio se calde (latte, caffè, tè, orzo, ecc.). Volendo, possono essere sbriciolati e usati per lo smoothie o come base per creare dolci, quali la cheesecake; nulla vieta di impiegarli al posto dei crackers o delle gallette, per spalmarci il formaggio fresco. La loro versatilità permette, quindi, di dare ampio sfogo alla propria inventiva gastronomica, che trova un valido alleato nelle ricette presenti sul sito web del Mulino Bianco, dove c’è anche la ricetta per farli in casa.
🤔LE CONSIDERAZIONI FINALI👨🏽💻
Le argomentazioni dedotte nelle righe che precedono e le conseguenti considerazioni sviluppate mi portano ad esprimere un giudizio complessivamente positivo sulla qualità e sulla gradevolezza del prodotto, da cui discende una valutazione di congruità riguardo al prezzo di 2,19 euro, al quale viene attualmente venduta la confezione da 700 g. Un importo, equivalente ad un costo al chilogrammo di circa 3,13 euro, il quale, sulla scòrta di un’analisi comparativa piuttosto accurata, reputo anche alquanto competitivo, soprattutto se si tiene conto che non stiamo parlando di un formato “famiglia” vero e proprio.